LE PISTOLE ALLA TEMPIA
Presentano
“Sylvia”
Secondo singolo tratto dall’album "La Guerra Degli Elefanti"
Guarda qui il video
Secondo singolo del secondo album de Le Pistole Alla Tempia: "La Guerra Degli Elefanti". Prodotto artisticamente da Max Carinelli (I Cosi, Pan del Diavolo, Ettore Giuradei) e mixato e masterizzato da Manuele "Max Stirner" Fusaroli (Zen Circus, Tre Allegri Ragazzi Morti, Le Luci Della Centrale Elettrica ecc...) per Lactobacillus records/Infecta suoni & affini, uscito il 30 novembre 2012.
Sylvia:oggi molti parlano di Berlino come la città in cui vivere per sentirsi veramente ispirati. Qualche anno fa dicevamo lo stesso di Londra.
Racchiudeva tutto ciò che un giovane musicista potesse desiderare.
Sylvia è la storia di un amore lontano, finito da tempo, che ha danzato nel traffico mai stanco, tra le vie nascoste di una città che non dorme, fino alle luci della ruota panoramica, sulle labbra di due giovani che del tempo che passa non sapevano ancora niente. Eravamo
noi. Eravamo a Londra. E adesso fa male guardare indietro e riconoscere qualcosa che non c'è più, finito male, per sempre. Aver rotto quel che eravamo e lasciato indietro quel pezzo di noi che riusciva a star bene, lì dove oggi di me non resta niente e di te non so dire; ti ho lasciata da sola nella gabbia dei ricordi, dove so che hai sofferto per me.
La canzone è dedicata a Sylvia Plath, poetessa americana morta suicida a Londra nel 1963, anche se non parla di lei, né della sua vita o delle sue opere. Si tratta di un omaggio ad una persona illuminata che ha sofferto nella vita e che ha smesso, forse, di farlo lì, dove inizia il suono di questa canzone.
Sylvia:oggi molti parlano di Berlino come la città in cui vivere per sentirsi veramente ispirati. Qualche anno fa dicevamo lo stesso di Londra.
Racchiudeva tutto ciò che un giovane musicista potesse desiderare.
Sylvia è la storia di un amore lontano, finito da tempo, che ha danzato nel traffico mai stanco, tra le vie nascoste di una città che non dorme, fino alle luci della ruota panoramica, sulle labbra di due giovani che del tempo che passa non sapevano ancora niente. Eravamo
noi. Eravamo a Londra. E adesso fa male guardare indietro e riconoscere qualcosa che non c'è più, finito male, per sempre. Aver rotto quel che eravamo e lasciato indietro quel pezzo di noi che riusciva a star bene, lì dove oggi di me non resta niente e di te non so dire; ti ho lasciata da sola nella gabbia dei ricordi, dove so che hai sofferto per me.
La canzone è dedicata a Sylvia Plath, poetessa americana morta suicida a Londra nel 1963, anche se non parla di lei, né della sua vita o delle sue opere. Si tratta di un omaggio ad una persona illuminata che ha sofferto nella vita e che ha smesso, forse, di farlo lì, dove inizia il suono di questa canzone.
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